Liegi-Bastogne-Liegi

[il-cavaliere]

Frank Schleck dopo l'inferno
"Alla Liegi corro per vincere"


LANAKEN (Belgio), 25 aprile 2009 - Sei giorni fa era più morto che vivo. Quell’immagine di Frank Schleck, steso sull’asfalto dell’Amstel Gold Race, braccia e gambe aperte, come paralizzato dentro a un’invisibile ruota, ha fatto il giro del mondo: impressionante. Adesso Frank è risorto. E domani corre.
Frank, che cosa ricorda dell’incidente?
"Niente. Ricordo la precedente caduta. Poi sono risalito in sella, i compagni mi hanno aspettato, ho affiancato la macchina perché avevo qualche problema con la bicicletta e il meccanico ha sistemato tutto, mi sono riportato in testa al gruppo. A mio fratello Andy che mi domandava se andasse tutto bene, ho risposto che avevo solo picchiato la spalla. Poi il vuoto, il buio".
Finché?
"Mi sono svegliato nell’ambulanza. Mi hanno detto che sono rimasto 10, forse 15 minuti senza conoscenza. Ma a parte il trauma, e qualche lieve ferita, non mi sono fatto nulla. Prima di tornare in albergo, mi hanno detto di stare molto attento i primi tre giorni. La prima notte, in particolare, la mia ragazza mi doveva svegliare ogni due ore. Insomma: sotto strettissimo controllo".
Poi?
"Lunedì sono rimasto in hotel, con il mal di testa, spaventato. Sono tornato a casa, in Lussemburgo. Martedì niente bici. Mercoledì un’ora. Giovedì tre. Ieri altre tre ore con la squadra. Sono a posto. La condizione non si perde in una settimana. Domani corro".
Per vincere?
"Sempre. Se poi mi accorgo che non posso vincere, mi metto al servizio della squadra, a disposizione dei compagni. Così ho sempre fatto".
A disposizione anche di Andy?
"Per mio fratello minore non correrò mai. Dai, sto scherzando. Andy è in grande forma: è uno dei favoriti".
Un anno fa, proprio alla Liegi, è nato il "tandem" Schleck.
"E’ stato emozionante. Nel finale ci siamo trovati insieme, davanti, in una grande classica. Non siamo stati fortunatissimi. Andrà  meglio stavolta, speriamo. Ci saremo. E se poi rimanessimo soltanto io e lui, be’, o facciamo la volata oppure Andy mi deve dare un sacco di soldi!".
Giro no, Tour sì. Previsioni?
"Nel 2008 gli unici tre della squadra che si potevano risparmiare per la classifica eravamo io, Andy e Carlos Sastre. Quest’anno saremo soltanto io e Andy. Quindi la squadra sarà  ancora più forte e compatta".
Sastre ha vinto il Tour 2008 sull’Alpe d’Huez. Ha rimorsi?
"No. Io non avrei mai vinto il Tour. Quel giorno Carlos ha fatto bene ad attaccare. E se l’è meritato".
Quest’anno?
"Non è uno scontro fra noi della Saxo Bank e quelli dell’Astana, anche se tutti già  la mettono così. L’Astana - da Armstrong a Contador - è forte, noi pure. Non dico che vinceremo il Tour, dico che cercheremo di vincerlo. Non contro l’Astana, ma contro tutti".
Armstrong, Contador, Klöden, Leipheimer... In quale ordine li metterebbe?
"I risultati di quest’anno dicono: al primo posto Contador, al secondo Leipheimer, al terzo Klöden. Ma non ha alcuna importanza".
E Armstrong?
"Credo in lui. Ha vinto sette Tour de France. Non uno, ma sette. E se è tornato, è solo perché vuole vincere l’ottavo".
Che sia la Liegi o il Tour, lei sente su di sé la pressione?
"Sì, la sento. E mi dà  qualcosa in più".

[Rag. Beata]

Bravo Gilbert a raggiungere un ottimo terzo posto, ma soprattutto..

"UN UOMO SOLO AL COMANDO: ANDY SCHLEK"

Riconcilia con il ciclismo una gara così straordinaria da parte di Andy che ha dominato in lungo ed in largo.

Intanto stasera tra Valverde e Rodriguez voleranno paroloni

Ha fatto bene Joacquim a fare la sua corsa e prendere un ottimo secondo posto però Valverde era mica tanto contento..

[mollofire]

Bravissimo Andy, peccato solo non averlo rigiocato...

Gilbert, come al solito, ha corso in modo tatticamente scriteriato, anche se oggi, correndo in modo intelligente, comunque sarebbe arrivato secondo anzichè quarto.

Valverde, come era noto, non aveva molta gamba e contro questa Saxo le tattiche utilitaristiche della sua squadra e di Cunego non hanno pagato.

Bene i testa a testa!

[Rag. Beata]

Sai che ti dico mollo che finalmente Contador ha trovato un vero avversario per il Tour. Se solo Andy è cresciuto un pò a cronometro il Tour non è così scritto come direbbero invece le quote.

Riguardo gli italiani non capisco perchè gente come Di Luca e Cunego si ostinino a voler fare i grandi giri invece di specializzarsi nelle classiche che li vedrebbe sempre nelle primissime posizioni.

E' davvero un peccato perchè in tutte le classiche ci ha salvato l'eterno Rebellin quando in realtà  avremmo gente capace davvero di fare la differenza molto più giovane.

Prendessero spunto dagli Argenin invece di continuare a battere la testa sul muro!